Riassunto del testo di Propp "Le radici storiche dei racconti di fate". Viene proposto un interessante collegamento simbolico ai riti di iniziazione in cui tutti i simboli presenti nelle fiabe trovano una corrispondenza e una spiegazione.
La fiaba rimandando a quel territorio mantiene vivi costumi ormai non più in uso, ma che sono substrato della nostra cultura.
Le radici storiche dei racconti di fate
di Selma Aslaoui
Riassunto del testo di Propp "Le radici storiche dei racconti di fate". Viene
proposto un interessante collegamento simbolico ai riti di iniziazione in cui tutti i
simboli presenti nelle fiabe trovano una corrispondenza e una spiegazione.
La fiaba rimandando a quel territorio mantiene vivi costumi ormai non più in
uso, ma che sono substrato della nostra cultura.
Università: Università degli Studi di Bologna
Facoltà: Scienze della Formazione
Esame: Antropologia Culturale
Docente: Maria Cristina Citroni
Titolo del libro: Le radici storiche dei racconti di fate
Autore del libro: V. Propp
Editore: Boringhieri
Anno pubblicazione: 19851. Differenza tra i testi “Le radici storiche dei racconti di fate” e
“Morfologia della fiaba”
“Le radici storiche dei racconti di fate” di Propp comparvero in Russia nel 1946, la “Morfologia della fiaba”
invece uscì nel 1928 ed ebbe un grande successo internazionale, ma queste due opere sono diverse: la
morfologia è di tipo morfologico e sincronico o sincronistico in quanto si dedica ad identificare gli elementi
costanti e le regole uniformi con cui vengono costruite le fiabe dette “di magia” e definite nelle radici
storiche “racconti di fate”. Prima di chiedersi dove ha origine la favola bisogna chiarire in che cosa consiste
ed è possibile esaminare le forme della favola con la stessa precisione con cui si studia la morfologia delle
formazioni organiche per giungere a delle generalizzazioni. Quest’opera inoltre è in linea con il pensiero
marxista.
Le radici storiche è una ricerca generica e diacronica o diacronistica in quanto cerca di stabilire per le fiabe
di magia a quali epoche e a quali istituzioni dell’evoluzione storico sociale risalgono i contenuti dei singoli
elementi costitutivi della fiaba.
La novità dell’opera di Propp sta nell’assunzione della posizione marxista per due concetti:
Rapporto struttura – sovrastruttura
Successione canonica delle fasi dello sviluppo storico, dal comunismo primitivo alla società socialista.
Benedetto Croce sostiene che il libro di Propp si ispira e richiama ai concetti materialisti del marxismo per
cui è opera di filologia e non di storia. Croce non entra nel merito della tesi e delle interpretazioni di Propp
in quanto il suo tentativo era quello di illuminare i problemi storici della fiaba con concetti marxisti e di
articolare questi concetti nell’analisi dei materiali fiabistici. Croce considera contraddittorie le tesi di Marx
ed è insensato ogni tentativo di ricercare nella storia la genesi è l’origine delle fiabe.
Ciò che Propp intende per racconti di fate non è altro che delle principali funzioni del racconto.
La conoscenza della morfologia consente al lettore di intendere quali sono le ragioni analitiche per cui si
afferma che lo studio della struttura dei racconti di fate, dimostrandone la stretta parentela reciproca,
comporta due conseguenze di metodo: nessun soggetto di racconto di fate può essere studiato a sé e che
nessun motivo di racconto di fate può essere studiato prescindendo dalle sue relazioni col tutto.
Nella morfologia ci si limitava a dichiarare che è molto probabile che esista un collegamento tra forme di
vita e religione e tra religione e favole e si parlava solo genericamente del rapporto tra certezze e gradi dello
sviluppo socio- culturale. Invece nelle radici storiche queste indicazioni si precisano in riferimento al
principio marxista che il metodo di produzione della vita materiale condiziona il processo sociale., politico
e spirituale della vita e la fiaba è considerata un fenomeno di carattere sovrastrutturale che deve essere
collegato con la struttura economica, il modo di produzione e il regime sociale cui corrisponde.
La conclusione di Propp è che gli elementi costitutivi delle fiabe devono essere fatti risalite ai miti e ai riti
primitivi , al ciclo dell’iniziazione e alle rappresentazioni della morte.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Le radici storiche dei racconti di fate 2. Caratteristiche dei racconti di fate
Problema fondamentale --> prima della rivoluzione il folclore era una creazione delle classi oppresse :
contadini analfabeti, soldati, operai … oggi il folclore è una creazione popolare, era una specie di filosofia
astratta, si esauriva nella letteratura quindi era considerata un ramo degli studi letterari. Oggi il folclore è
una scienza a sé.
Che cosa significa studiare concretamente la fiaba? Non bisogna confrontare le fiabe tra loro ma trovare la
base storica che ha fatto scaturire il racconto di fate. Propp vuole indagare a quali fenomeni del passato
storico corrisponde la fiaba russa quindi chiarire le fonti del racconto di fate nella realtà storica.
Il primo passo da fare è lo studio della genesi.
Delimitazione dei racconti di fate --> la fiaba è ricca e multiforme per cui è impossibile studiare tutto il
fenomeno per intero quindi il materiale deve essere circoscritto e Propp lo limita ai racconti di fate => sono
le fiabe la cui struttura è stata studiata nel libro “Morfologia della fiaba”. Sono le fiabe che incominciano
con una menomazione o con un danno arrecato a qualcuno, il desiderio di possedere qualcosa, la partenza
del protagonista, l’incontro con un donatore che gli offre un mezzo fatato o un aiutante per mezzo del quali
egli trova l’oggetto della sua ricerca. Più avanti la fiaba presenta un duello con lì avversario, il ritorno e
l’inseguimento.
I racconti di fare sono una particolare categoria delle fiabe.
Due premesse:
Nessun soggetto di racconto di fate può essere studiato a sé
Nessun motivo di racconti di fate può essere studiato prescindendo dalle sue relazioni con il tutto.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Le radici storiche dei racconti di fate 3. La fiaba quale fenomeno di carattere sovrastrutturale
Il metodo di produzione della vita materiale condiziona il processo sociale, politico e spirituale della vita in
genere quindi bisogna trovare nel passato il metodo di produzione che ha reso possibile la fiaba. Il vero
racconto di fate non è un prodotto del capitalismo, ma è più antico anche del feudalesimo.
MORGAN dice che la famiglia rappresenta un elemento attivo, essa non rimane mai ferma ma passa da una
forma più bassa ad una forma più alta man mani che la società si evolve da un brado più basso ad uno più
alto. Invece i sistemi di parentela sono passivi e solo dopo lunghi intervalli di tempo registrano il progresso
raggiunto dalla famiglia.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Le radici storiche dei racconti di fate 4. Il racconto di fate e gli istituti sociali del passato
Se il racconto di fate viene considerato come un prodotto sorto su una base economica occorre esaminare
quali forme di produzione si rispecchiano.
Nel racconto di fate gli accenni alla produzione sono molto scarsi e rari, l’agricoltura rappresenta una parte
minima, la caccia ecc … bisogna determinare sotto quale regime sociale siano stati creati i motivi e l’intero
racconto, quindi la fiaba deve essere confrontata con gli istituti sociali del passato e in essi vanno ricercate le
sue radici, nella fiaba si sono conservate forme di matrimonio diverse da quelle attuali -> il protagonista
cerca la sposa in paesi lontani. È possibile che si tratti di un riflesso dell’esogamia per cui non era possibile
prender moglie nel proprio ambiente, per questo le forme del matrimonio nel racconto di fate devono essere
studiate e deve essere trovato il regime e lo stadio di sviluppo sociale.
Molti motivi del racconto di fate si spiegano col fatti che rispecchiano istituti realmente esisti.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Le radici storiche dei racconti di fate 5. Il racconto di fate e il rito
Il racconto di fate presenta un certo nesso con la sfera dei culti e con la religione e questi possono
considerarsi un istituto => l’istituto della religione si manifesta in determinati atti di culto.
ENGELS => ogni religione non è altro che il riflettersi nelle teste degli uomini delle forze esteriori che
regnano sopra di essi nella vita quotidiana, è un riflesso nel quale le forze terrene assumono la forma di
forze soprannaturali. Ma accanto alle forze della natura appaiono anche le forze sociali che si
contrappongono all’individuo e regnano sopra di lui. Quindi la religione è un riflesso delle forze della natura
e delle forze sociali, questo riflesso può essere duplice : può essere conosciuto e sfociare nei dogmi e nelle
dottrine oppure può essere volitivo e sfociare in atti e azioni aventi per scopo di agire sulla natura e di
soggiogarla -> riti e usanze. Rito e usanza non sono la stessa cosa: la sepoltura degli uomini mediante la
cremazione è un usanza ma essa si circonda di rito.
Il racconto di fate ha conservato le tracce di molti riti e usanze es: la fanciulla che seppellisce le ossa della
mucca e le annaffia, questa usanza o rito esisteva realmente.
Rispondenza diretta tra racconto di fate e rito: coincidenza del rito e dell’usanza col racconto di fate come
nel racconto di fate si seppelliscono le ossa e nella realtà storica lo si faceva e come i figli del re che
vengono rinchiusi in un sotterraneo e tenuti al buio come nella realtà storica.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Le radici storiche dei racconti di fate 6. Trasposizione del senso del rito nei racconti di fate
La trasposizione è la sostituzione nel racconto di fate di un elemento del rito diventati superflui in seguito a
mutamenti sociali con un altro elemento più comprensibile. Anche le parti che costituiscono il rito possono
essere soggette a modificazioni. Es : nel racconto di fate si racconta che il protagonista si fa cucire entro una
pelle di mucca o di cavallo per poter uscire da una fossa ma poi un uccello lo afferra e lo trasporta su di una
montagna o al di là del mare. Ma nel racconto di fate è un uomo vivo che si fa cucire nella pelle, invece nel
rito si tratta dei defunti, questa non rispondenza è un caso di trasposizione del senso -> nell’usanza questo
atto assicurava l’arrivo nel regno dei morti invece nel racconto di fate assicura l’arrivo nel regno lontano.
Trasposizione di senso = processo di mutamento.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Le radici storiche dei racconti di fate 7. Inversione del rito
Una trasposizione del senso è anche una conservazione di tutte le forme del rito con l’aggiunta nel racconto
di fate di un senso o significato opposto -> inversione. Esisteva l’usanza di uccidere i vecchi invece nel
racconto di fate non viene ucciso, anzi chi ha pietà del vecchio è proprio l’eroe che agisce saggiamente.
Esisteva l’uso di offrire una fanciulla in olocausto al fiume dal quale dipendeva la fertilità della terra, ma nel
racconto di fate compare il protagonista e libera la fanciulla.
Il soggetto o motivo nasce da un rapporto negativo con una realtà storica anteriore e quindi corrisponde alla
realtà per antitesi.
Anche il rito, nato come mezzo di lotta contro la natura,non muore ma muta senso con il passare del tempo e
con la creazione di metodi razionali per lottare contro la natura.
Quando viene stabilito un legame tra rito e racconto di fate, il rito serve a spiegare il corrispondente motivo
nel racconto.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Le radici storiche dei racconti di fate 8. Il racconto di fate e il mito
Il mito è uno delle possibili fonti del racconto di fate. Per mito si intende un racconto su divinità o essere
divini nella cui realtà il popolo crede.
Il mito e il racconto di fate si differenziano non per la loro forma ma per tutta la loro funzione sociale, la
funzione sociale del mito non è sempre la stessa e dipende dal grado di cultura del popolo.
Il racconto di fate e il mito possono coincidere infatti nell’etnografia e nel folclore vengono chiamati fiabe.
Il mito ha un significato sociale ma non è ovunque uguale, p diverso nei singoli paesi ma anche entro la
cerchia dei popoli anteriori alla divisione in caste.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Le radici storiche dei racconti di fate 9. Il racconto di fate e la mentalità primitiva
Nei racconti di fate ci sono anche immagini e situazioni che non risalgono a nessuna realtà immediata come
ad es: il serpente, il cavallo alato, la capanna su zampe di gallina …
Il rito e il mito derivano da interessi economici: la gente balla per far venire la pioggia, questo deriva del
desiderio di agire sulla natura e questo è un caso di magia simpatetica. Il mito e il rito sono il prodotto di una
mentalità. La mentalità primitiva non conosce le astrazioni, essa si manifesta negli atti, nelle forme di
organizzazione sociale, nelle usanze e nella lingua. Anche la mentalità è una categoria storicamente
determinata.
Il mito ha una sua semantica ma non esiste una semantica assoluta.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Le radici storiche dei racconti di fate 10. Il distacco nella fiaba
Il distacco --> all’inizio del racconto l’ascoltatore si sente trasportato in un’atmosfera di epica calma, ma è
ingannevole in quanto questa calma contrasta con la passione interiore e con la dinamica tragica.
In una parola il racconto mette in scena una famiglia, ma gli elementi del racconto sono così legati tra di loro
che il carattere della famiglia si scopre solo gradualmente, man mani che si sviluppano gli avvenimenti.
Uno del membri più anziani della famiglia si assenta da casa : “ il principe dovette recarsi lontano, il
mercante si mette in viaggio” e i figli o le mogli rimangono soli senza protezione, ciò crea la base per una
disgrazia. La morte dei genitori rappresenta una forma di distacco.
Divieti connessi col distacco --> gli anziani sanno che un pericolo minaccia i bambini, nell’andarsene o nel
lasciare che i bambini se ne vadano il padre accompagna la partenza con certi divieti. Il divieto viene
trasgredito e ciò provoca una terribile disgrazia.
Uno di questi divieti è quello di uscire di casa :” il principe la esortò, le raccomandò di non abbandonare mai
la camera in alto”. La disobbedienza porta con sé una sciagura, nell’impedire di uscire di casa subentra una
paura che porta i genitori ad imprigionare i figli in un’alta torre.
Il racconto di fate ha conservato la reminiscenza dei provvedimenti che nei tempi antichi si adottavano nei
riguardi dei figli del re.
Selma Aslaoui Sezione Appunti
Le radici storiche dei racconti di fate